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FAQ
La malattia di Alzheimer, così chiamata dallo psichiatra tedesco che per primo la descrisse nel 1906, è la forma più frequente di demenza. Può essere definita come un processo degenerativo che distrugge progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l’individuo che ne è affetto incapace di una vita normale. Si calcola che ne soffrano circa un milione di persone in Italia e oltre 36 milioni nel mondo, con una netta prevalenza di donne per via della maggior vita media di queste ultime rispetto agli uomini.
Le demenze sono un gruppo di malattie complesse caratterizzate da una riduzione delle prestazioni cognitive (come la memoria, il ragionamento, il linguaggio) di entità tale da interferire con le abituali attività sociali e lavorative del paziente. Oltre ai sintomi cognitivi sono presenti anche sintomi non cognitivi che coinvolgono soprattutto il comportamento (ma anche l’affettività, l’ideazione e la percezione) del paziente stesso.
Il morbo di Alzheimer peggiora nel tempo. Gli esperti hanno sviluppato delle “tappe” per descrivere come le abilità di una persona cambino, rispetto alla loro normale funzionalità, a causa del morbo di Alzheimer in fase avanzata.
Alcuni sintomi premonitori che, uniti uno all’altro, possono rappresentare sintomi da tenere d’occhio.
- Andare in confusione ed avere dei vuoti di memoria
- Non riuscire più a fare le cose di tutti i giorni
- Faticare a trovare le parole giuste
- Dare l’impressione di avere perso il senso dell’orientamento
- Indossare più abiti, uno sopra all’altro, come se non si sapesse vestire
- Avere problemi con il conteggio dei soldi
- Riporre gli oggetti in posti inconsueti
- Avere sbalzi d’umore senza motivo
- Cambiare carattere
- Avere meno interessi e meno spirito d’iniziativa